lunedì 9 febbraio 2015

La principessa siberiana torna a vivere

Dopo 2.500 anni, finalmente viene svelato il viso della mummia di una principessa siberiana

Quando viene ricostruito il volto di un uomo o una donna vissuti migliaia di anni fa, io ne rimango sempre affascinata. Uno dei motivi che mi ha spinto a studiare archeologia è proprio il desiderio di capire le persone del passato, la gente comune, come viveva, cosa mangiava, come si divertiva. Poter guardare negli occhi un antico egiziano, un uomo dell'età del rame alto atesino o una principessa siberiana mi permette di entrare sempre di più nel loro mondo, quasi fossero dei miei amici. 
Certo, bisogna sempre tenere presente che, nonostante le tecniche ricostruttive siano molto avanzate e accurate, alcune cose rimangono a nostra discrezione. Quante, dipende dai resti in esame. Se il soggetto è una mummia, per esempio, rimangono certamente molte più tracce da seguire. Nel caso di Otzi (l'uomo del Similaun), per esempio, si erano conservati perfettamente i vestiti, ma come erano i suoi capelli? come erano acconciati? e la carnagione? In questi casi si cercano informazioni sul periodo e le popolazioni che abitavano quella zona e se ne inseriscono i tratti più comuni.
Nel caso della principessa siberiana, scoperta nel 1993, è stata tentata per la prima volta la ricostruzione del suo volto da un esperto svizzero. L'articolo che vi propongo, sempre in libera traduzione, è tratto dal "The Siberian Times" e potete leggerlo in originale QUI


La principessa tatuata torna a vivere

Conosciuta come Principessa Ukok, dal nome dell'altopiano dove è stata rinvenuta, è la mummia meglio conservata e dai tatuaggi più elaborati del mondo antico. Per questo motivo la sua scoperta è stata fonte di eccitazione, ma gli studiosi sono rimasti delusi perchè, purtroppo, il viso e le spalle erano molto deteriorate e dunque senza veri indizi sul suo aspetto.


Finalmente il suo viso è stato rivelato al pubblico dal lavoro dell'esperto tassidermista svizzero Marcel Nyffenegger. Egli ha chiesto di lavorare sulla ricostruzione della principessa Ukok per conto dell' Historical Museum of the Palatinate di Speyer, Germania. Infatti, pur essendo esperto di animali impagliati, la sua passione più grande si volge alla ricostruzione di volti umani di persone vissute nell'antichità, inclusi gli uomini di Neanderthal.
Lavorando su un modello 3D del cranio della mummia, il sig. Nyffenegger ha passato un mese a ricostruire faticosamente i muscoli, i tessuti, la pelle, gli occhi e l'espressione della principessa.
Questo minuzioso lavoro ha portato ad un modello di plastilina che è stato poi ricoperto con silicone e una mistura di resina e gomma prima di inserire gli ultimi dettagli, come le ciglia e le sopracciglia. Più di 100.000 singoli capelli sono stati usati per dare alla principessa un look fluente, un processo che ha occupato da solo due settimane intere.
"Quelle due settimane mi hanno portato sull'orlo della pazzia" confessa l'esperto. "Non spendevo più di due o tre ore al giorno su quella parte perchè era molto noioso e il dolore al collo mi forzava letteralmente ad occuparmi di qualcos'altro."

L'archeologia in soccorso dell'esperto

La Principessa Ukok fu scoperta dall'archeologa  di Novosibirsk, Natalia Polosmak, e fu annunciata come "la più importante scoperta archeologica del ventesimo secolo".
Aveva circa 25 anni al momento della morte ed è stata scoperta nel permafrost delle montagne Altai, ad un'altitudine di 2.500, con due uomini sepolti nelle vicinanze. Cremati affianco a lei c'erano inoltre sei cavalli, sellati e imbrigliati, interpretati come la sua scorta spirituale per l'altro mondo, insieme ad un pasto a base di pecora e carne di cavallo.


Gli archeologi hanno scoperto anche ornamenti fatti di feltro, legno, bronzo e oro ed un piccolo recipiente contenente cannabis e una piastra di pietra su cui erano stati bruciati semi di coriandolo. Dai suoi vestiti e oggetti personali, come una borsa per il trucco, gli archeologi hanno potuto ricostruire il suo vestiario e i segreti di bellezza del tempo.
La principessa era vestita con una lunga casacca di pregiata seta cinese e lunghi stivali di feltro magnificamente decorati. In questo periodo la seta cinese è stata trovata solamente nelle tombe reali del popolo Pazyrk ed essendo più pregiata dell'oro, si può avere un'idea della ricchezza e dello status della Principessa Ukok.
La sua testa era completamente rasata, ma indossava una parrucca di crine di cavallo con in cima la scultura in legno di un cervo,
Come detto in precedenza, non si è conservata la pelle del viso e del collo, ma invece quella del suo braccio sinistro è sopravvissuta. Questo è ricoperto da intricati tatuaggi, molto simili a quelli moderni. Sulla sua spalla sinistra troviamo un animale mitologico formato da un cervo con il becco d'uccello e il palco da capricorno decorato a sua volta con teste di grifone.




Inoltre si può riconoscere la bocca di una pantera maculata e la testa di un cervo sul polso.
Si ritiene che la princepessa avesse tra i 25 e i 28 anni al momento della morte e fosse alta 1,62 metri. I resti furono trattati dagli stessi scienziati moscoviti che impalsamarono Lenin.
Il tassidermista Nyffenegger ha dichiarato di ritenere che la ricostruzione del volto della principessa sia molto accurata e vicina a come doveva essere in vita. Ecco le sue parole: "con una tale ricostruzione del tessuto molle, basato puramente sulla struttura delle ossa, abbiamo raggiunto un'accuratezza del 75 percento. Il restante 25 percento è un'interpretazione in quanto, per esempio, ci mancavano parti dell'osso nasale, e dunque una ricostruzione più accurata non era possibile.
Il teschio in se mostra dove erano localizzati i muscoli e la loro forma e spessore e i punti in cui la pelle si attaccava direttamente all'osso.
E per quanto riguarda le espressioni facciali, è importante che io entri in sintonia con la persona che sto creando. Le ulteriori informazioni che gli archeologi mi forniscono, come il clima in cui visse quella persona, cosa mangiava, e se erano guerrieri o contadini, mi permette di fare meglio."
L'anno scorso, il Siberian Times, ha detto come la Principessa Ukok fosse stata preparata per essere sepolta nel suo mausoleo personale, come luogo di riposo eterno a permanete ricordo. La donna ha passato la maggior parte degli ultimi vent'anni all'istituto scientifico di Novosibirsk, ed oggi si trova al Republican National Museum di Gorno-Altaisk, scatenando la rabbia delle popolazioni locali dei monti Altai che vorrebbero riseppellirla. Infatti antiche credenze ritengono che la presenza del corpo nella camera di sepoltura era volta a "bloccare la porta del regno dei morti". Gli anziani insistono sul fatto che rimuovere il corpo ha significato il fatto che questa porta è ora aperta e che la rabbia della principessa ha causato una serie di alluvioni e terremoti. 
Ma ora la Principessa Ukok può essere finalmente rimpatriata nel suo luogo originale di sepoltura, sull'altopiano Ukok, con un bel mausoleo costruito sopra.
La ricostruzione della principessa è ora esposta nel museo tedesco.