giovedì 9 novembre 2017

Nan Madol: Atlantide del Pacifico?

Nuovi studi interdisciplinari fanno luce sulle prime popolazioni del Pacifico che costruirono architetture monumentali


Già Von Daniken, colui che a partire dagli anni '60 rilanciò molte vecchie teorie pseudoarcheologiche, rimase affascinato da Nan Madol e ne parlò nel suo libro "Gold of the Gods" del 1973. Egli sostenne che si trattava di una possibile candidata per l'isola di Atlantide, visto che si trattava di una struttura complessa e ora disabitata, che non avrebbe potuto essere costruita dai rozzi abitanti della Micronesia.
Il sito è tornato alla ribalta nei giorni scorsi, quando una puntata del programma americano "What on Earth?" di Science Channel ha riportato le ricerche di un gruppo di studiosi, capitanato da Mark McCoi del dipartimento di antropologia della Southern Methodist University di Dallas (poi riprese da alcune importanti testate italiane e straniere). 
A questo punto il discorso si articola su due fronti: prima di tutto bisogna capire in cosa consistono le nuove evidenze trovate dal team interdisciplinare di ricercatori e qual'è la loro importanza nel panorama dell'archeologia della Micronesia. In secondo luogo è importante secondo me spiegare alcune inesattezze negli articoli sopra citati che danno ai lettori un'immagine fuorviante dell'archeologia e in particolare di questa scoperta.

Nan Madol, ultime novità:

In molte parti del mondo, gli archeologi hanno documentato il passaggio indipendente da società di tipo Neolitico, a quelle più complesse e gerarchizzate dei grandi centri di potere, dove una figura di spicco (re, faraone, imperatore, comandante..) assume il ruolo di comando. In queste grandi città si costruiscono edifici e infrastrutture a supporto del potere politico e religioso come templi, palazzi, tombe monumentali e a volte sistemi di canali e di regolamentazione delle acque. Questo è quello che successe a partire dal 1180-1200 d.C sull'isola di Phonpei, nell'arcipelago della Micronesia, quando la dinastia dei Saudeleur riunì l'isola, prima suddivisa in piccoli clan famigliari, sotto il suo potere.
Questo dato è importante in quanto retrodata le prime evidenze di società complesse nella zona. 
In particolare è stata studiata quella che, secondo la tradizione orale degli abitanti della zona, sarebbe la tomba del primo re di questa dinastia, e dunque con buona probabilità, il monumento più antico di Nan Madol. 
E qui abbiamo la novità. Fino ad ora, infatti, le più antiche evidenze di costruzioni funerarie nel Pacifico si avevano in Micronesia sull'isola di Kosrae, risalenti al 1300-1400 d.C e in Polinesia sull'isola di Tonga, dove sono presenti delle strutture funerarie, ma non in pietra, risalenti al 1200-1300 d.C.
Il centro politico e di sepoltura dei capi del periodo Saudeleur di Nan Madol, conosciuto dagli anni '20 del secolo scorso, è stato ora studiato con nuove tecnologie geologiche e fisiche che hanno potuto dimostrarne l'antichità. Infatti è stato dimostrato dimostrato che le pietre laviche che compongono la tomba del fondatore della dinastia, furono trasportate da una cava all'altro lato dell'isola e messe in posa proprio nell'anno 1180 d.C. Questa data corrisponderebbe anche al periodo in cui la dinastia dei Saudeleur prese il potere sull'intera isola e lo rimarcò proprio grazie alla costruzione della tomba megalitica e successivamente della città. 
Future ricerche potranno capire meglio quale fu il punto di svolta che portò alla gerarchizzazione della società neolitica e alla conseguente costruzione di tombe e altre strutture in pietra, architettura che si espanse nei secoli successivi anche alle altre isole dell'arcipelago. 


Giornalismo e post-verità

Vorrei adesso parlarvi di come è stata presentata la notizia dai giornali italiani e stranieri (di cui trovate il link sopra) e che sostanzialmente hanno dato le stesse informazioni nello stesso modo, a mio parere fuorviante. 
Infatti gli articoli cominciano con l'affermare che gli archeologi sostengono che l'isola possa essere la mitica Atlantide. Io ho letto tutto l'articolo originale di McCoi e colleghi, e non si parla di Atlantide da nessuna parte. Sarebbe lungo in questo post spiegare la storia del mito di Atlantide e come mai, secondo gli scienziati, è appunto solo un mito (potete trovare la versione breve qui), ma in ogni caso potremmo chiederci come fece Platone, che per primo parlò della fantomatica isola nei suoi dialoghi Crizia e Timeo, nel IV se. a.C, a conoscere una città su un'isola lontana migliaia di chilometri e non ancora abitata da esseri umani e che fu costruita solo 1600 anni circa dopo la sua morte.
Andando avanti si legge che le strutture risalirebbero al primo o secondo secolo a.C. La prima constatazione potrebbe essere che quando si riportano le date a.C si dovrebbero scrivere al contrario perchè ci si avvicina allo zero. Quindi avrebbe dovuto scrivere "al secondo o al primo secolo". Comunque questo è un tecnicismo che molti sbagliano, quindi non è grave. Quello che però mi preme far notare è che, leggendo l'articolo originale, non si parla affatto di date così antiche, ma invece del 1180-1200 d.C, cioè mille anni dopo.
Poco dopo il giornalista si chiede: "Ma perché costruire una città in mezzo all'oceano, così lontana da qualsiasi civiltà conosciuta?" In questo caso è errata la premessa. L'isola fa parte di un arcipelago ed era abitata, come molte delle isole vicine, da popolazioni con un'economia neolitica. Sono queste stesse popolazioni che ad un certo punto sono state unite sotto un unico capo e hanno per questo cominciato a costruire monumenti di pietra. La domanda più corretta potrebbe forse essere: quale è stata la svolta che ha permesso a questi popoli di organizzarsi in un'entità politica centrale? ed è anche la domanda che si pongono gli autori dello studio. Inoltre l'isola di Pasqua, che è l'isola più lontana dalla terraferma nel mondo, è stata anch'essa abitata e ha visto una fase monumentale al pari di Phonpei.
Dopo aver riportato alcuni numeri e misure, il giornalista afferma: "Al pari delle piramidi egiziane, anche in questo caso la realizzazione di complesse opere di ingegneria sembra avvolta nel mistero". Su questo punto mi permetto di dissentire. Basta fare una ricerca sulle più importanti riviste scientifiche divulgative per scoprire per filo e per segno come fecero gli antichi egizi a costruire le piramidi e altri monumenti solo con le proprie forze e le tecnologie note all'epoca.
Arriviamo alla conclusione dove si concede che forse Nan Madol non è Atlantide e si propone la teoria secondo cui la storia raccontata da Platone sarebbe un ricordo, deformato e "mitizzato" dal tempo, dell'esplosione del vulcano di Santorini, l'antica isola di Thera. Questa è una teoria proposta dall'archeologo greco Spyridon Marinatos, che negli anni '30 del secolo scorso propose la teoria secondo cui l'eruzione del vulcano dell'isola di Thera avrebbe provocato cataclismi ambientali e sociali tali da decretare la fine della civiltà minoica (ed è questo cataclisma, conosciuto tramite i saggi egizi, che i greci avrebbero raccontato come la storia di Atlantide) . La teoria è stata però negli anni accantonata, in quanto le nuove scoperte dimostravano sempre più che l'esplosione del vulcano fu la fine della colonia minoica di Thera e sicuramente fu la causa di carestie e rivolte sociali, ma non provocò la fine dell'intera società minoica ne dell'isola di Creta. Infatti i palazzi vennero ricostruiti ed assistiamo anche alla nascita di un nuovo stile vascolare, il tardo minoico IB.

Considerazioni finali

Al di là degli errori storici e nozionistici, quello che mi preme sottolineare è il ruolo sempre più importante che anche la stampa nazionale ha nel diffondere un modello sbagliato e fuorviante di chi sia l'archeologo e della portata delle scoperte nel settore. 
In questo caso, la cosa veramente importante è il fatto che il team di McCoi ha potuto non solo datare le strutture di Nan Madol, ma anche portare indietro la datazione delle prime strutture monumentali nell'arcipelago della micronesia di circa 200 anni. Questo dato è stato completamente taciuto nei vari articoli, che si sono limitati a sottolineare più volte i vari misteri che avvolgerebbero il luogo (che secondo gli abitanti locali sarebbe infestato dai fantasmi), riportando sostanzialmente lo stesso pezzo, con poche modifiche da una testata all'altra, senza preoccuparsi di verificare cosa in realtà dicesse lo studio originale. 
Vorrei mettere il punto sul fatto che la ricerca era già interessantissima da sola, anche senza tirare in ballo Atlantide, misteriose civiltà ai confini del mondo e sconosciute tecniche architettoniche, e si poteva cogliere l'occasione per dare una corretta idea di archeologia anche a chi non entra spesso in contatto con questa realtà.
Nan Madol è solo un esempio. forse l'ultimo in ordine di tempo, di quanto queste testate, per altro validissime, stiano svalutando e secondo me anche svendendo alle dinamiche acchiappalike, questi temi invece molto interessanti.

Se leggete qualche articolo o sentite qualche notizia archeologica che non vi convince, vi sembra montata o fraintesa o semplicemente vi interessa approfondire l'argomento, contattatemi e io indagherò per voi su questo blog!
archeofriendly.dida@gmail.com